Voto a 16 anni

Voto a 16 anni



Sgrelli, «proposta essenzialmente comunicativa e non risolutiva dei problemi del Paese».

 

«L’idea di estendere il diritto di voto ai sedicenni mentre non sembra essere idonea a risolvere i numerosi problemi quotidiani che premono tutti con maggiore urgenza, in realtà appare avere essenzialmente valore comunicativo». Lo sostiene il prof. Massimo Sgrelli, presidente del Comitato Scientifico dell’Accademia del Cerimoniale, organismo che si occupa non solo di cerimoniale, ma anche di protocollo e di buone relazioni, istituzionali e private.
Dopo aver ricordato che «le recenti scoperte nel campo delle neuroscienze, dimostrano che il cervello umano raggiunge mediamente la propria maturità intorno ai 20 anni», Sgrelli si è chiesto «perché attribuire nuovi poteri pubblici a chi non ha ancora una formazione completa? E non parliamo soltanto di formazione neurologica, ma anche di formazione scolastica. Non risulta, infatti, che i sedicenni abbiano piena conoscenza del sistema dei diritti e dei doveri civili, né del resto possono conoscerli anche perché a scuola non imparano l’educazione civica. Anzi, di recente è stato pure rinviato l’imprescindibile insegnamento della formazione civica nelle scuole. Una materia di cui purtroppo non sono consapevoli anche molti cinquantenni e oltre».